Senza pelle

Senza pelle

14 Apr 2011

Nel 1995 Larry Clark e Harmony Korine provarono a fare un ritratto cinematografico realistico del modo in cui gli adolescenti statunistensi di allora si rapportavano col sesso e le droghe. O quantomeno, questo è ciò che dichiararono di aver voluto fare. Quasi vent’anni dopo, MTV prova a dare dei nuovi adolescenti un ritratto televisivo realistico e accurato, affrontando «i problemi della vita reale in maniera onesta» per descrivere il rapporto che hanno col sesso, le droghe e la famiglia. O quantomeno, questo sarebbe ciò che dovremmo arrivare a pensare. In realtà, la vera natura di Skins appare chiaramente fin dalle prime sequenze della prima puntata: un’operazione commerciale pruriginosa, finta e timorosa. E mal realizzata.

Tratta dall’omonima serie della britannica Channel 4, che in un paio di episodi viene riproposta quasi alla lettera pur non essendo evidentemente stata compresa, la Skins made in USA scorre a ritmo sincopato sulle ali di dialoghi pretestuosi inseriti in scene patetiche e recitati da attori antipatici davanti a scenografie da sit-com. Tutto sembra di plastica, attori compresi, e tutto sembra banale e privo di importanza. Non tanto per i personaggi quanto per gli autori, che stemperano i temi seri affrontati dall’originale inglese e mostrano una rozzezza drammaturgica davvero sorprendente nell’attuale panorama televisivo statunitense. Persino la musica – prevedibilmente onnipresente e sempre soverchiante – finisce per perdere qualunque tipo di componente narrativa, riducendosi a un fastidioso tappeto uniforme. Basta guardare la terza puntata, che risulta studiatamente esagerata invece che dura ed emozionante come avrebbe voluto, per rendersi conto che tutto il progetto è costruito su una base debole, ossia che la visione che dei giovani ha e dà MTV sia realistica e interessante. E basta ascoltare come viene usata la musica nel dialogo tra Michelle e la Preside nella settima puntata – che pure serve da momento di svolta per la serie e da somma definizione del personaggio – per capire definitivamente che chi ha lavorato a questo progetto non è abituato a guardare la televisione.

I personaggi sono frammentari, inconclusi, e il formato che si concentra in ogni puntata su uno solo di loro impedisce ad alcune situazioni di essere sviluppate completamente, e porta soprattutto alcuni dei ragazzi (in particolare Daisy, che è tra l’altro uno dei personaggi più interessanti) a essere totalmente inutili se non invisibili per gran parte della serie, in attesa del loro momento sotto i riflettori. Questo è dovuto alla cattiva gestione del gruppo, che nell’originale inglese non è mai davvero in secondo piano ma circonda il protagonista dell’episodio dando alla serie un’unità che il suo remake statunitense non riesce in nessun momento ad avere. Le tante gag di bassa lega seminate per tutti i 10 episodi della prima (e si spera unica) stagione e i tanti usi della parola “fuck” (ovviamente censurata per la messa in onda su un network) stridono in confronto ai numeri da contorsionista cui i registi sono costretti per evitare scene di nudo, al modo vergognosamente bigotto in cui è trattato l’unico personaggio omosessuale del gruppo e al finale consolatorio cui non a caso la serie arriva, in contrasto con il pugno nello stomaco che concludeva la prima stagione inglese. A dimostrazione che il progetto non vuole realmente andare a fondo della questione ma limitarsi a presentare una versione leggermente sporca dei più vuoti esponenti della MTV generation.

Dopo aver debuttato con 3 milioni di spettatori, Skins è caduta nel giro di due settimane a poco più di 1 milione, non riuscendo assolutamente a interessare quello stesso pubblico che pure dalla serie avrebbe dovuto sentirsi rappresentato. Questo perché ad essere rappresentata è solo un’immagine distorta, palesemente finta, cui nemmeno gli adolescenti statunitensi piace pensare. «Give youth a future», si legge su una maglietta indossata da Chris nella terza puntata. Ma un futuro in televisione non lo merita, questa finta gioventù. Una gioventù senza pelle, e senza palle.


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9 commenti

  1. LA serie inglese non e’ recensita?

  2. Per ora no, ma è probabile che la recensisca io nel prossimo futuro. Devo solo decidere se farmi del male e guardare la quinta stagione o (come probabilmente farò) concentrarmi solo sulle prime due annate, che sono bellissime.

  3. Beh tutte e 4 le annate trasmesse in Italia finora direi. Non credo di aver visto un teen drama di questo livello da anni.
    E’ dai tempi di Sex and the City che non mi appassionavo cosi’ a una serie tv

  4. …..come credo avrai intuito dal mio gravatar

  5. Mah… In realtà io la terza stagione l’ho piuttosto odiata, sia per l’antipatia che mi hanno suscitato i personaggi sia per l’idea degli sceneggiatori di realizzare in più di un’occasione una semplice variazione sul tema di qualcosa già fatto con la prima generazione, partendo comunque dalla volontà di essere meno realistici e più leggeri rispèetto al passato. Tant’è che della quarta stagione ho visto solo le prime due puntata e poi basta, per totale disinteresse riguardo le sorti dei personaggi. E’ per questo che non ne ho ancora scritto, perché mi sono talmente depresso che m’è passata la voglia… Per me esiste una sola serie intitolata “Skins”, ed è durata due stagioni.

  6. Beh Freddie e Cook sono effettivamente irritanti a tratti. Ma gli episodi su Cook JJ e le gemelle della quarta serie riscattano la generazione.
    Il fatto di cambiare completamente cast ogni 2 anni crea una certa disaffezione, vero.
    Ma ti consiglio di completare la 4a stagione. Peggio della versione Usa non e’ di sicuro

  7. Peggio di “Skins USA” ci sono solo “Persone sconosciute” e “Castle”…

  8. Alberto sai mica nulla di un eventuale “skins: the movie” di cui si parla da mesi?

    • Sì, ma so che il progetto è stato messo in ghiaccio ormai da qualche mese. Dovrebbe vedere protagonista la seconda generazione di personaggi, anche se dovrebbero comparire anche quelli della prima, ma a tutt’oggi la sceneggiatura non è ancora stata approvata definitivamente. Se e quando inizieranno le riprese, ancora non si sà.

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