15 Gen 2011
In una celeberrima striscia Lupo Alberto, per spiegare la sua classe, spiega che «David Niven è stato un ottimo maestro». Quando poi però dimostra tutta la sua goffaggine, aggiunge che «Jerry Lewis è stato un pessimo compagno di banco». Compagnie improbabili, alla luce del ruolo per cui è più conosciuto, sono anche quelle frequentate del poliedrico Jacob Joachim Klugman, per i telespettatori Jack, anzi «solo Jack», tanto per citare un tormentone di Will & Grace. Ma perché citare una serie che ha tra i suoi punti di forza dialoghi serrati e scoppiettanti, quando Klugman è noto ai telespettatori per aver vestito i panni di un medico tanto deciso quanto dotato di aplomb? Be’, perché prima di essere Quincy, è stato un convincente Oscar nella versione televisiva de La strana coppia. Al suo fianco, in quel caso, Tony Randall nei panni di Felix.In ambito di densità di battute fulminanti, la serie della Strana coppia riesce a non fa rimpiangere la versione cinematografica del testo di Neil Simon. Se per caso, per motivi anagrafici o di discronia da palinsesto, si conosce Klugman prima nei panni del dottor Quincy, è quantomeno spiazzante trovarselo davanti in quelli del giornalista sportivo del New York Herald.
Altra compagnia improbabile è quella che Klugman ha nella vita reale. Agli inizi della sua carriera, il suo compagno di stanza è infatti Charles Bronson. Riuscite a pensare a due tipi più lontani da far convivere? Klugman è però un uomo temprato: poco più che ventenne, si è trovato a combattere per l’esercito statunitense nella Seconda Guerra Mondiale, che sarà mai avere accanto il protogiustiziere della notte che russa? Le loro strade professionali non arrivano quasi mai a incrociarsi. Per esempio Bronson recita ne La tortura della freccia di Samuel Fuller mentre Klugman porta al cinema quella che considera il miglior film in cui ha lavorato, La parola ai giurati di Sidney Lumet, dove recita accanto a Henry Fonda. La sua più grande emozione da cinefilo, ancor prima che da attore, risale però a tre anni prima, quando lavora alla versione televisiva de La foresta pietrificata, ancora con Fonda, ma soprattutto assieme al suo idolo Humphrey Bogart. Anche negli anni Sessanta la carriera cinematografica di Klugman è di tutto rispetto, eppure sono il decennio successivo e la televisione a fare di lui un’autentica star.
Gli anni ’70 sono per lui spaccati a metà, con due ruoli diversissimi tra loro, che dimostrano quanto l’attore nato a Philadelphia sia versatile. Dal 1970 al 1975, come già detto, è un irresistibile Oscar ne La strana coppia. A partire dal 3 ottobre 1976, invece, sulla NBC arriva Quincy, la serie che alcuni considerano precursore dei vari CSI e degli inevitabili cloni, che in questa prospettiva sarebbero quindi addirittura dei cloni al quadrato. La serie è ambientata a Los Angeles. Il protagonista è un medico legale che si trova suo malgrado ad agire come detective. Nel corso delle autopsie, infatti, si trova spesso al cospetto di morti misteriose su cui poi finisce per indagare. I veri nemici del dottor Quincy non sono serial killer o rifiuti della società come accadrà agli imitatori della serie, bensì la burocrazia che frena il riemergere della verità e i poliziotti che vedono il medico non come un prezioso alleato ma, nella migliore delle ipotesi, come un fastidio inopportuno. Per fortuna ad affiancarlo ci sono il fedele assistente Sam Fujiyama (Robert Ito) e il sempre prezioso detective Frank Monahan (Garry Walberg). A produrre la serie sono Glen A. Larson (anche autore del tema musicale di Quincy) assieme a Lou Shaw (già ideatore del soggetto de L’uomo da 6 milioni di dollari).
La produzione riesce a mescolare con sapienza gli ingredienti del poliziesco procedurale a tematiche sociali come l’analfabetismo o il doping nello sport. Argomento non trattato è quello dei danni da fumo, ed evidentemente avrebbe fatto bene al buon Klugman prendere coscienza del problema: per anni accanito fumatore, nel 1990 (a sette anni dalla fine dell’ottava e ultima stagione di Quincy) l’attore viene operato a un cancro alle corde vocali. Klugman non è però un tipo che demorde o si abbatte, e in questo somiglia maledettamente al personaggio che interpreta: nello stesso anno in cui sta combattendo con la malattia interpreta, nella celeberrima serie Un detective in corsia, proprio un detective malato terminale di cancro che deve risolvere un caso prima di morire. Finzione e realtà, però, per fortuna si sfiorano solamente: Klugman è ancora tra noi e – a proposito di compagnie improbabili – nel 2005 pubblica Tony And Me: A Story of Friendship, un libro che racconta della sua lunga amicizia con Randall, definito il migliore amico che abbia mai avuto, che tra l’altro gli è stato molto vicino all’epoca del delicato intervento e nel successivo periodo post-operatorio, con una forza degna del miglior Quincy.
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